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The Story of Film: An Odissey – di Mark Cousins (2011)

Pensate sia mai stato fatto un film sulla storia del cinema? No, è impossibile,e come si può fare un film sulla storia del Cinema? Un momento un momento, è stato possibile farlo. Certo, non sarà un film di due, tre ore, quello no, e come fai a condensare 120 anni di cinema in così poco tempo?
E allora facciamo una cosa, di ore ne prendiamo 15, suddividiamo il mega-film creato in 15 episodi, e allora si, allora si che abbiamo un qualcosa di esaustivo sulla storia del cinema.
Un capolavoro, creato dal regista irlandese Mark Cousins.
Cousins non è dovuto ricorrere ad incredibili tecniche per realizzare un film così, non gli sono serviti effetti speciali o grandi attori, o, come si direbbe nel calcio, non si è dovuto inventare un tipo di gioco preciso per la sua squadra. Cousins ha dovuto più che altro gestire un enorme tesoro già esistente, come un grande selezionatore.

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Si, perchè lui non fa altro che prendere tutti i maggiori movimenti e le maggiori correnti cinematografiche, dagli albori ( i fratelli Lumière) ad oggi, mettere in scena spezzoni di film che hanno fatto la storia del cinema, aggiungendoci qualche intervista ai più grandi registi ,produttori e attori di sempre (Jane Campion, Bertolucci, Baz Luhrmann, Lars Von Trier, Gus Van Sant, Claudia Cardinale) e ci guida, in questo viaggio fantastico, fatto di immagini, ricordi, spiegazioni tecniche che sono però comprensibili a chiunque, anche solo ad appassionati della settima arte. Per tenere sempre alta la concentrazione dello spettatore Cousins utilizza degli stratagemmi ben pensati : innanzi tutto avanzando in ordine cronologico nella storia, ogni tanto si concede qualche balzo temporale, per farci vedere come registi più recenti siano stati influenzati nei loro film da illustri predecessori; e poi spazia anche geograficamente : il regista irlandese infatti prima fa un focus nel contesto americano, poi passa al resto del mondo, Europa, Asia, Africa, America Latina, o viceversa, parte dal resto del mondo per poi tornare nel nuovo continente.
La quantità di film che vengono menzionati e citati è semplicemente imbarazzante, ideali sia per chi vive già di cinema e per chi nel mondo del cinema si è appena avventurato, o non lo ha ancora fatto.

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Sono illustrati tutti i più grandi movimenti della storia della settima arte, dal cinema narrativo di inizio 900’ con i colossal “Cabiria” (1914) e “Nascita di una nazione” (1915) di David W. Griffith, al movimento d’avanguardia europeo di Lang, Bunuel, Dreyer, Murnau e  Ejzenstein, passando per la nouvelle vague di Godard e Truffaut, al cinema satirico e di protesta di autori come Burnette e Buck Henry, ai grandi registi più contemporanei come Stone, Tarantino, Wenders, Lynch.
E tranquilli, ci sono anche loro, si quelli “dell ‘est” , e come potevano mancare personalità come Ozu, Kiarostami, Kurosawa, Satyajit Ray, Makhmalbaf, il cinema di Bollywood.
E ovviamente ci siamo anche noi, con i nostri Fellini, Pasolini, Bertolucci.
Cousins passa in rassegna tutta la storia evolutiva delle tecniche cinematografiche, ed allora eccoci presentate la profondità di campo, il sonoro, il montaggio, i piano sequenza, i flashback, la steadycam, fino ad arrivare alle ultime tecnologie, come il 3D ed il CGI.
Chi ama il cinema, come chi si è appena addentrato in questo mondo, non può non passare da qui, da questo “The story of film, an Odissey”, per capire, o per cercare di capire, come il cinema abbia influenzato la società ed il mondo, e di come la società , la politica, e la storia abbiano influenzato il cinema.
Passato poco (grave errore) nelle sale, il lavoro di Cousins è invece facilmente reperibile come dvd ( l’opera intera è formata da 8 dischi). Un cofanetto che chiunque sia mai entrato in una sala cinematografica, non può certo farsi mancare.

 

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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