Dando una categoria a Spring, ho già spoilerato. Si, perché la potenza in questa pellicola indie è nel fatto che per un discreto minutaggio non capirete dove andrà a parare.
Evan (Pucci, il genio che evoca il male nel remake di Evil Dead) è un ragazzo a cui la vita gioca davvero delle carte orrende. A ridosso del lutto della madre, si ritroverà più o meno costretto a un viaggio: sceglierà l’Italia, conoscerà alcuni ragazzi, forse la donna dei sogni (dei sogni di tutti, direi..)

Drammatico, road-trip, sentimentale? Passerà una buona mezz’ora prima che Spring vi tiri un osso, e anche allora qualche falso indizio potrebbe portarvi e tentare invano di capire con che avete a che fare…lo spetttore non ha modo di essere avanti rispetto il film, ed è una cosa tutt’altro che scontata nelle pellelicole odierne.
Certamente col senno di poi la parte introduttiva si poteva accorciare, così come il dilungarsi in panorami e sviluppi narrativi non necessari dà l’idea di voler allungare il brodo, ma Spring sa stupire, dà una spiegazione a quello che accade, racconta una storia sensata. Di nuovo, fattori purtroppo non banali oggi.
Non fate però lo sbaglio di vederlo cercandoci qualcosa che non è: siamo di fronte, pur se con contaminazioni horror/scifi, ad un film d’amore.