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SOSPESE (IL SEGRETO DEL VECCHIO ALBERO) di Valerio Orsolini ed Ennio Pontis

Una giovane donna, bella ed estremamente affascinante, frequenta una serie di uomini, senza che loro siano a conoscenza l’uno dell’altro. La donna, misteriosa come non mai, sembra nascondere molti segreti. Ogni giorno si fa accompagnare da un autista in una casa mezza diroccata in piena campagna, dove incontra un’altra giovane donna, con la quale litiga spesso. Chi è la donna della casa? Quali misteri si celano dietro questi incontri?

“Sospese (il segreto del vecchio albero)” è un lungometraggio del 2013 prodotto dalla Tetrakys Produzioni e girato da Valerio Orsolini ed Ennio Pontis. Quando si parla di un film in una recensione è sempre buona cosa, ma non strettamente necessario, inquadrarlo in uno o più generi. “Sospese” non è facilmente incasellabile perchè attraversa con molta disinvoltura un bel pò di generi. E’ principalmente un thriller-drama soprannaturale, ma non solo. E’ anche un mystery sentimentale con qualche tocco orrorifico.

Per quasi 3/4 della sua durata film il film “Sospese” si concentra sulle “imprese sentimentali” della nostra protagonista, impegnata in relazioni “clandestine” su più fronti. La macchina da presa si sofferma spesso sui volti degli attori, in particolare su quello della brava e sensuale Fabiola Biancospino, alla ricerca di un’espressione, uno sguardo, un segnale, che ci permettano di capire come si evolverà la vicenda sia dal punto di vista sentimentale sia da quello della trama gialla. L’opera di Orsolini e Pontis è sicuramente stata prodotta con un budget risicato, ma è professionale in tutti i suoi comparti. A partire dal cast, assolutamente degno di una produzione lontana dalla bieca amatorialità. Non spicca solo la Biancospino, ma anche tutti gli interpreti maschili principali.

(qui il film completo!)

Il problema principale di “Sospese” è la disomogeneità dell’insieme: per 3/4 del tempo sembra una pellicola drammatico-sentimentale con tocchi di mystery, infarcita di tanti (troppi) dialoghi e con un “andamento lento” che non fa salire la tensione o l’interesse nei personaggi. Negli ultimi 20 minuti però succede di tutto. Colpi di scena a ripetizione (alcuni inaspettati, quindi efficaci), ammazzamenti, effetti speciali tanto ingiustificati quanto naif (per usare un eufemismo).

Il film insomma cambia pelle bruscamente e si trasforma in qualcos’altro. Diventa una specie di guilty pleasure per ragazzacci amanti della serie B. E chi scrive ha gioito come un bimbo di fronte al bailamme conclusivo. Resta il fatto che “Sospese” è un film fortemente diseguale, sfilacciato e con più di un difetto in fase di sceneggiatura. Ma forse questi suoi difetti sono anche la sua forza, perchè lo rendono un film curioso, fuori dai binari e assolutamente non scontato nel suo sviluppo narrativo.