Residue è una mini-serie tv di tre episodi diretta da Alex Garcia Lopez (già regista di alcuni episodi di Misfits e Utopia). La serie è un misto di vari generi, horror, detection e realtà distopica.
Siamo in una grande metropoli dove la notte di Capodanno esplode una discoteca che causerà molte giovani vittime.
L’incidente provoca la fuoriuscita di materiale radioattivo da un magazzino sottostante la discoteca. Il governo metterà in quarantena la zona.
E’ qui che entrano in gioco, i (pochi) protagonisti della storia: la reporter/fotografa Jennifer (Natalia Tena), il fidanzato Jonas (Iwan Rheon), membro del Ministero degli Interni e con il compito di gestire tutte le informazioni sulla quarantena. Infine, il poliziotto col vizio dell’alchool Levi Mathis (Jamie Draven), che ha perso la figlia nell’esplosione.
Sarà Jennifer a sospettare grazie alla sua passione per le foto che c’è qualcosa di strano nella zona di quarantena, un fenomeno che va oltre la semplice contaminazione.
Nato lungometraggio e distribuito in maniera limitata nelle sale UK, Residue è passata sotto Netflix che l’ha trasformata in mini-serie. Il risultato è un prodotto alquanto contraddittorio.
Ambientazione e musiche suggestive, una tensione incredibile data da inquadrature, movimenti di macchina, fotografia. Ma diverse cose non tornano per trama e scelte di sceneggiatura.
Tuttavia, come suggerisce il titolo, chiunque si avvicina a questo prodotto sarà abbastanza incuriosito da attendere la nuova stagione, per scoprire come evolverà.

Il potenziale di Residue è alto, chiunque ama le trame complottiste ne sarà attratto. Non si può dire lo stesso per chi privilegia il lato horror.
Ottima la trovata pubblicitaria di creare un sito in cui Jennifer posta le sue foto.
Concludendo, tanti difetti da migliorare per un prodotto che potenzialmente può avere tanto.