Correva l’anno 1998, Jason Statham era uno sconosciuto e Vinnie Jones era ancora noto da amanti del calcio e forze dell’ordine per fare brutto solo in campo.
Oggi è diverso, del primo sapete tutti come sia divenuto un’icona del cinema action, degno erede degli Sly e Schwarz dei bei tempi andati (ma con un impero fisiologiacamente imparagonabile: sono altri tempi!) e ultimamente parte del franchise di F&F; il secondo potrebbe non dirvi nulla sulle prime -motivo per cui il suo faccione è in cima all’articolo-, ma qualche anno fa era quasi una costante negli action, con parti più o meno importanti, ad esempio Mean Machine e Fuori in 60 secondi
Ebbena, la prima volta per entrambi la dobbiamo a Guy Ritchie, di cui mi sento di dire due cose in tutta onestà:
1) Gli action li fa con lo stampino: fate passare del tempo e probabilmente alcuni tratti di Lock, Stock.. Snatch e Rocknrolla vi sembreranno provenire tutti dallo stesso film
2) la 1) non è necessariamente un male.
Banale quasi tutto quello che si può dire sullo stile del regista: pop, videoclippato, una nevrosi di slo-mo e fast forward, il tutto condito da dialoghi di gente che ridefinisce il concetto di grezzo a ogni frase.

E’ probabile che abbiate visto Snatch e non Lock, Stock…, essendo stato il primo obiettivamente più mainstream e al consacrazione di Ritchie; e se si assomigliano così tanto, perchè vederlo?
La verità è che, se ci si toglie la patina da critico cinematografico, il cinema di Ritchie diverte se lo si prende per quello che è: intrattenimento; un plot inizialmente risibile, dato da 4 sfigati che tentano il colpaccio e si ritrovano a dover orchestrare l’impossibile per non finire freddi, per un intreccio davvero ben orchestrato di criminali sgangherati che incrociano le proprie strade con risultati più o meno comici e/o mortali.
Davvero difficile, non godere del film. Almeno di non volersi male con la versione originale senza sottotitoli: allora buona fortuna; non so il vostro livello di inglese, ma se non siete dell’ East London la vedo dura.