Lazzaro è un film indipendente 2017, la cui regia è firmata da Paolo Pisoni.
Una pellicola contemporanea, ambientata in un’anonima città portuale, in cui le vite dei personaggi si intrecciano in una storia che percorre il debole confine tra il bene e il male. Lazzaro, questo il nome del protagonista (Tommaso Benvenuti), è un ragazzo di trent’anni.
Lavora per un’impresa di pulizie, prevalentemente durante la notte, in casermoni periferici e squallidi.
E’ un ragazzo sulle sue, silenzioso.
Tuttavia nasconde un segreto.
Un secondo lavoro, ben più sporco e oscuro del primo.
Occulta cadaveri.
Una telefonata, un incarico, e lui, come se pulisse un qualsiasi corridoio fatiscente, si disfa dei corpi delle vittime di un’organizzazione criminale della città, coinvolta in gare d’appalto truccate e di cui fanno parte assessori e rispettabili imprenditori.
Lazzaro esegue, semplicemente esegue.

Non ce l’ha proprio del serial killer, nonostante l’ambiente in cui vive non sia dei più stimolanti.
Un suo amico sacerdote disilluso, un’amica transessuale vittima di clienti violenti e un collega di lavoro con cui non parla quasi mai.
Nella sua vita da fantasma Lazzaro agisce, mantenendo un freddo distacco nei confronti delle vittime che lui non uccide, fa semplicemente sparire.
Può avere la coscienza pulita quindi, ma fino a che punto?
Fino a quando una ragazza (Elisa Zanotto) si infila nella sua vita.
Ed è per questa ragazza che Lazzaro arriva ad uccidere, davvero questa volta.

Un film tra il thriller e il noir, girato in un espressivo bianco e nero.
ridotti all’osso i dialoghi, ma spesso colmi di significato.
Benvenuti parla molto di più con le espressioni del viso, con i movimenti del corpo che non con la sola voce.
Le luci e le ombre danno alle ambientazioni un aspetto spettrale e tagliente, in cui le vite si annichiliscono e si alienano fino a stravolgersi completamente.
Essenziale anche la colonna sonora, fatta di poche note ben piazzate e tracce simili a lamenti nell’oscurità.