Ci sono molte opere che, seppur create con passione e duro lavoro, passano inosservate. He Took His Skin Off For Me di Ben Aston è una di queste.
Ben Aston è il regista del cortometraggio horror drama He Took His Skin Off For Me (letteralmente: ‘Lui si è tolto la pelle per me‘). Londinese di nascita, è cresciuto e formatosi a Singapore, Hong Kong, Shanghai, Australia e Bath (in Inghilterra). Il giovane- che si è fatto conoscere realizzando qualche cortometraggio e qualche video musicale tra amici- vince nel 2014 il premio della giuria al Sundance London Festival per il cortometraggio Russian Roulette.
Prima ancora del corto vincente, Aston realizza il suo lavoro di laurea He Took His Skin Off For Me, ovvero un’insolita e disperata relazione d’amore che finisce in tragedia.
Aston stesso dice del suo cortometraggio:
”He Took Is Skin Off For Me è una favola SFX concreta. Nessun CGI qualunque. Basato su un racconto breve di Maria Hummer, è il mio film del liceo uscito dalla London Film School. Ha preso, a me e alla produttrice Fiona Lamptey, ben due anni, 217 finanziatori Kickstarter e molto sangue finto da realizzare. La leggenda SFX Colin Arthur (La storia infinita, 2001:Odissea nello spazio) ci ha aiutato a ottenere l’impossibile, permettendo al supervisore Jen Cardno del SFX e al suo team di stabilire un nuovo modello per gli effetti pratici anatomici. L’attore Sebastian Armesto (Anonymous, Pirati dei Caraibi) ha subito fino a 8 ore di trucco giornaliere per dare vita a questa storia.
Insieme ad Anna Maguire (Salvate il soldato Ryan, Parade’s End), Sebastian ha donato a noi qualcosa di meraviglioso, orribile e completamente unico. Non voglio dire alle persone cosa dovrebbe essere questo film. Anche trovando un genere per descriverlo, è difficile. Voglio che le persone arrivino a questo film proprio come io sono entrato nella storia originale, completamente impreparato.
Se posso lasciarvi una perla di saggezza, però: se ti togli la pelle solo per stare con qualcuno? Questo potrebbe portare soltanto a un casino….”.
Il cortometraggio di Ben Aston, dalla durata di circa undici minuti, è un simbolo emblematico e commovente di un amore tormentato e imperniato su compromessi scomodi.
Il protagonista della vicenda appare allo spettatore come una figura fantasma e silenziosa, quasi dimenticata e abbandonata a sé stessa. Egli sacrifica la sua ‘pelle’ per la donna che ama come dimostrazione di vero amore. Per soddisfare i desideri altrui, l’uomo- più che altro l’emblema- rinuncia alla sua personalità, al suo aspetto e a tutto ciò che lo rende ‘umano’ agli occhi propri e altrui unicamente per compiacere un egoismo sfrontato e insensibile. Proprio per questa ragione, il cortometraggio di Aston non si pone l’obiettivo di spaventare il pubblico e di disgustarlo con l’orrore del sangue.
He Took His Skin Off For Me parla per sé, senza emettere una parola, mostrando- a chi guarda- una metafora, cruda e amara, del martirio che prova colui che rinuncia alla sua vita per il prossimo.
Ovviamente- quello che mostra il cortometraggio- è un processo lento e doloroso, ma surreale (dal momento che vivere senza la pelle non è umanamente possibile). Per cui, il protagonista viene portato alla morte giorno dopo giorno, consumato dall’egotismo e dall’impassibilità della donna per cui ha sacrificato tutto. Aston mette in scena tutto ciò in chiave raccapricciante e tragica, che duole profondamente l’animo umano, avvalendosi di arduo e impegnativo lavoro tecnico.