Rudolf e la felicità
Siamo a Gizu, una cittadina del Giappone lontana da Tokyo di parecchi chilometri. Rudolf è un cucciolo di gatto che, come i giovani uomini, si sente grande e “arrivato”, crede di sapere tutto della vita e di conoscere il mondo. Indispettito perché la sua amata padroncina non lo lascia uscire fuori casa, il piccolo Rudolf decide di fare da sé e varcare il confine del proprio giardino.
In brevissimo tempo, il nostro gatto nero si è già perso per le strade di Gizu e, salendo su un camion, finisce nella capitale del Giappone. Ormai la distanza è troppo grande per tornare a casa con le proprie zampe: a Rudolf non resta che imparare la dura vita da gatto randagio. Ma il piccolo gatto casalingo non durerebbe a lungo se non venisse preso sotto l’ala protettiva di Tigre, gatto-capo del quartiere.
Tigre non solo insegnerà al cucciolo a cavarsela nel mondo “là fuori”, ma avrà un ruolo di vero e proprio maestro. Gli dimostrerà l’importanza della cultura (leggere e scrivere è essenziale persino per un gatto, se vuole sopravvivere!), dell’aiutare in modo disinteressato i propri amici e del sognare in grande, anche più di quanto ci si potrebbe permettere.
Il motto di Tigre diventerà anche quello del nostro piccolo amico: «Non devi mai arrenderti, solo i perdenti rinunciano».

Cresce Rudolf o lo spettatore?
Un percorso di formazione in piena regola per lo spavaldo, ma in fondo timoroso, micio. Con l’avanzare del tempo, Rudolf diventerà sì coraggioso ma anche più consapevole di sé e di come funzionano “le cose del mondo”. L’intento pedagogico è chiaro, ma la storia non risulta mai banale o pedante. In alcuni momenti, è persino commovente.
La sceneggiatura è stata tratta dal libro per bambini più venduto in Giappone, Rudorufu to Ippaiattena, scritto da Hiroshi Saitô e Hanmo Sugiura. Anche la trasposizione cinematografica ha riscosso un grande successo in patria, classificandosi al quinto posto del botteghino durante il suo debutto.
La storia non mi interessa: vale la pena guardarlo lo stesso?
Dal punto di vista tecnico, le città sono realizzate fin nei più piccoli dettagli, dando così l’impressione di grande realismo, il pelo degli animali che si muove imita alla perfezione quello di veri esseri animati e la soggettiva iniziale (da non perdere!) dimostra grandi capacità registiche.
Ci sentiamo di consigliare Rudolf – Alla ricerca della felicità a bambini e ad adulti, sia amanti degli anime sia non. Esso è stato infatti realizzato da Kunihiko Yuyama (direttore generale dei Pokémon) e Motonori Sakakibara (direttore di Final Fantasy: The Spirits Within), due che di certo non sono alla loro prima esperienza nel campo.
Tiriamo le fila
Una storia sul diventare grandi, sul perdersi per trovare il vero sé, sull’importanza della cultura e delle amicizie, sul non guardare all’apparenza. Un finale dolce-amaro, che forse non ci aspetteremmo.

Alla fine, viene spontaneo chiedersi in che cosa consista la felicità per ognuno. Tornare a casa, al sicuro, dove siamo protetti da chi ci vuole bene? O, forse, imparare a conoscerci e realizzare il destino che siamo portati a compiere?
Ne voglio sapere di più su Rudof e i suoi amici!
Per i più curiosi o se, dopo la visione, ci fossimo affezionati ai personaggi di questa storia, esiste anche un sito ufficiale (in giapponese) tutto dedicato al gatto nero Rudolf: http://rudolf-ippaiattena.com/.