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Game of Thrones stagione 3: la strategia e la morte.

Ringraziamo la nostra amica e fan Elisa Bruno per la recensione di Game of Thrones season3.

Game of Thrones miete nel 2013 l’ormai tipico raccolto di premi, e frantuma ogni record. E’ sulla bocca di tutti. E poi spiazza affilando ulteriormente le armi della strategia e del sorprendente. E vince ancora.

Questa terza stagione si caratterizza per una prima e lunga parte più ‘teorica’. Poi sfocia in uno dei più inattesi e sanguinari colpi di scena dell’intera storia televisiva. Ad ogni modo, non tutti sanno capire a fondo un importantissimo tassello del Grande Gioco: la strategia. L’incomprensione nasce dal fatto che Benioff & Weiss abbiano deciso di dividere il terzo romanzo di George R.R. Martin in in due stagioni, rendendo così più lenti e studiati alcuni nodi di trama, ed in parte dalla crescente sete di avvenimenti e colpi di scena da parte di un pubblico troppo ben abituato in materia dalla serie stessa.

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Daenerys ed il suo crescente esercito

Sia chiaro: la terza stagione non fa rimpiangere nulla rispetto alle precedenti, anzi. La prima parte ci concede gli approfondimenti molto utili per il futuro che l’impatto delle battaglie, seppur splendide quanto emozionanti, non possono dare. La crescita esponenziale dell’auto consapevolezza di Daenerys Targaryen,  la sua strategia da Regina dei Draghi ci offrono, con la presa della città di Astapor, una delle parti più entusiasmanti della stagione, ed  è già di per se un enorme passo avanti nella storyline.

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Olenna Tyrell (Diana Rigg)

La progressiva scoperta delle macchinazioni della Casa Tyrell, capitanata dall’ineffabile Lady Olenna (Diana Rigg) sono un altra novità. Essa decide di far valere i propri diritti dopo la Battaglia delle Acque Nere, della cui vittoria  ha preso parte per mezzi e finanze. In questa stagione, le battaglie sul campo vengono abilmente sostituite dalla strategia di potere, la quale viene messa in tavola attraverso intricati valzer di matrimoni combinati. Perché qui ogni battito d’ala d’una farfalla può provocare una catastrofe.

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Margerie Tyrell e Re Geoffrey

Ma la vera scoperta della stagione riguarda un personaggio il cui cambiamento era solo lontanamente intuibile: Jamie Lannister. Viene liberato da Catelyn Stark (e ciò causerà, a conti fatti un’immane tragedia) con la promessa di far liberare le sue due figlie Arya e Sansa. Poi affidato a Brienne di Tarth, fedelissima a Lady Stark, affinché lo conduca sano e salvo ad Approdo del Re.

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L’inaspettato Jamie Lannister e Brienne di Tarth

L’Inaspettato viaggio cambia le loro vite, e cambia la percezione che il pubblico aveva sinora di loro. Come detto in passato, l’asso nella manica di Game of Thrones è l’evoluzione dei personaggi. I due sono ai margini del devastante conflitto che li circonda. Dovranno quindi collaborare per sopravvivere, e percorrere un lungo tragitto in territori di guerra cercando di non essere notati.

Jamie Lannister, è ‘lo stronzo senza fine’, noto in modo poco lusinghiero come Lo sterminatore di re’. Qui mette sorprendentemente in luce la capacità di mettersi in gioco per aiutare chi lo tiene prigioniero. Egli salva con l’astuzia Brienne di Tarth dall’orrore dello stupro e la salverà ancora una volta da una bruttissima situazione che le sarebbe di certo costata la vita. Per questo perderà la mano destra. Non sarà mai più l’abile spadaccino d’un tempo. Brienne, dal canto suo, una donna/cavaliere dai modi bruschi e poco femminili e dalla mentalità rigidamente forgiata sul codice cavalleresco e del’onore, dovrà ricredersi nei confronti di Jamie stesso, che essa disprezzava apertamente. L’amicizia-affetto che lega questi due si salda in un consolidato rispetto reciproco destinato a non svincolarsi mai più.

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Arya Stark ed il Mastino

Le vicissitudini di Arya Stark, ostaggio del Mastino, virano in sfumature che fanno di loro la seconda strana coppia di questa stagione. L’odio e la complicità nella strategia possono coesistere? si, grazie ad uno script intelligente, duttile e sempre coerente.

Così come il rapporto fra Jon Snow e Igrytte, la donna che lo tiene ostaggio presso i territori dell’estremo nord. Arriveranno ad amarsi, coesistendo nel tradimento dell’uno e nel conseguente tentativo di omicidio dell’altra.

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Jon Snow e Igrytte

La struttura di questa terza stagione si libera dagli schemi che in molti si attendevano. Approfondisce la psicologia dei personaggi, si muove come con destrezza su campi minati che esplodono quando meno te l’aspetti, e che quando lo fanno lasciano devastazioni irreparabili.