Villeneuve è un nome famoso, sia tra gli esperti del settore sia tra i cinefili. Stiamo parlando infatti del regista dell’atteso Blade Runner 2049 (2017), che come tutti i remake fa parlare di sé ancora prima dell’uscita in sala, e dell’acclamato Arrival (2016). Quest’ultimo è un film di fantascienza notevole, che riesce ad evitare le banalità legate a un tema, quello dell’incontro umano-extraterrestre, ormai già visto e rivisto sul grande schermo.
Ci concentriamo qui su Enemy, film del 2013 diretto da Villeneuve e tratto da un libro di José Saramago, L’uomo duplicato. Il protagonista, Adam, è un professore di storia, le cui spiegazioni tendono sempre a ripetersi, così come – afferma l’insegnante stesso – anche la Storia fa.
Controllo. È tutta questione di controllo. Ogni dittatura ha un’ossessione, tutto qui. […] Riducono l’istruzione, limitano la cultura, censurano l’informazione. Censurano ogni mezzo che l’individuo usa per esprimersi. È importante ricordare questo, si tratta di un piano, che si ripete in qualsiasi momento storico.

La vita di Adam è banale e monotona. La madre si preoccupa per lui perché non capisce come possa vivere così e la relazione con la fidanzata non sembra essere poi molto solida né soddisfacente. La situazione cambia quando Adam, su consiglio di un collega, decide di vedere un film in DVD. Da qui, la rivelazione: viene a sapere che esiste un altro uomo uguale (sarà del tutto identico?) a lui. Si tratta di Anthony, un attore che in seguito si scoprirà essere sposato con una donna in gravidanza.
Il colore seppia che caratterizza il film per la sua intera durata e la musica dai toni bassi e vibrati, costantemente presente, ci fanno entrare subito nel clima della pellicola. Il regista sembra volerci dire che esistono delle idee fisse pronte a controllare i nostri pensieri e le nostre azioni.
Durante il film ritornano più e più volte, con ossessione direi, alcuni temi. Uno di questi consiste nell’apparizione di ragni, sempre legati alle figure femminili, le quali di fatto tessono le fila della sceneggiatura. Il professore e l’attore decidono infatti di scambiarsi tra loro le rispettive fidanzata e moglie, finendo per far ruotare la loro vita solo attorno alle due donne. Queste sono sì oggetto di sesso e piacere, ma anche consapevoli di poter gestire le emozioni degli uomini. Le donne indirizzano e determinano le vite di Adam e Anthony lungo tutto il film, fino all’epilogo vero e proprio.

Evitiamo spoiler sul finale, che è assolutamente da vedere perché non chiarisce le dinamiche del film, ma lascia aperto un ulteriore spazio di riflessione. Aggiungiamo invece che molte sono state le interpretazioni date alla sceneggiatura. Una di queste vede Adam e Anthony come la stessa persona. In questo caso si tratterebbe di uno sdoppiamento di personalità: i sensi di colpa per aver tradito la moglie e la conseguente necessità di “uccidere” la propria parte infedele per tornare ai doveri coniugali e di padre avrebbero dato vita al proprio doppio.
Un film tutto dal punto di vista del subconscio, insomma, davvero imperdibile se amate i thriller psicologici. Ci troviamo di fronte a una sceneggiatura impareggiabile, cui si aggiunge una regia pulita e sapientemente indirizzata.
Terminata la visione, rimarrete con più domande rispetto a quando avete iniziato. In particolare, sorge spontaneo chiedersi chi sia quel nemico che compare nel titolo. Le ossessioni possono essere considerate tali? E se anche oggi fossimo in una sorta di nuova e inconsapevole dittatura? Oppure, quando decidiamo di seguire i nostri istinti, siamo noi i nostri stessi nemici?
Come dicono i titoli di testa: Il caos è un ordine non ancora decifrato. Sta a noi trovarne la chiave di lettura.
Enemy è distribuito in Italia da 102 Distribution