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“Dans l’ombre d’Arsène” – un nuovo Lupin 2.0

Lupin l’Incorreggibile, l’ineguagliabile, l’inafferrabile, così la sigla degli anni 90’ del cartone basato sulle avventure dell’eroe (un po’ fuori dalle righe) creato da Maurice Leblanc nel 1905.

Lupin nasce come una vignetta narrativa di una rivista, ma il suo indiscusso successo spinge l’autore a farne dei racconti, per la precisione vi sono 18 libri che narrano delle avventure di Arsenio Lupin.

Proprio sull’amore per questi libri si basa la nuova serie di Netflix, infatti il protagonista non è Lupin in persona ma Assane Diop che nell’infanzia grazie a suo padre s’innamora dei romanzi di Leblanc tanto da farne uno stile di vita, trasformandosi lui stesso nel ladro gentiluomo.

Netflix punta sulla novità per questa mini-serie, se infatti vi aspettate il ladro francese dell’immaginario collettivo vi sbagliate, Assan viene interpretato da Omar Sy protagonista di Quasi amici e spalla (nonché migliore amico nella vita reale) di Chris Pratt in Jurassic Park.
Questo immenso ragazzone dalla pelle scusa risulta però una gradevolissima versione 2.0 di Arsenio, in quanto non sarà in grado di mimetizzarsi fisicamente (190 cm di uomo) ma il sorriso e gli occhi da furbo lo rendono perfetto per il ruolo.
Sy è capace di essere ironico in quasi tutte le scene, con la mimica facciale che lo contraddistingue, ma è anche capace di esprime forza (e che forza) quando richiesto.

Altro elemento di novità è lo status sociale del nostro ladro, non un nobile, ma un umile uomo delle pulizie, o almeno così sembra, in realtà Lupin si prende gioco dello spettatore già nei primi minuti facendogli credere ad una realtà che non esiste.
Assan è si di umili origini, ma si è elevato e vive in un bellissimo e lussuoso appartamento con un apparato tecnologico che farebbe invidia a Ethan Hunt (Mission impossible). Questa vita da ladro sembra calzargli alla perfezione, ma il nostro protagonista non è come Lupin, ha una famiglia, un figlio e un ex compagna che ama follemente e a cui deve, e vuole provvedere.

Però un fantasma del passato torna a inquietargli le notti e deciderà di sfruttare le sue capacità per riscattare l’onore di suo padre.
Nella serie viene infatti anche introdotto il tema del razzismo, il padre di Assan è l’autista di una nobile famiglia francese che lo incastra (solo a causa del colore della pelle e delle umili origini) per il furto del collier della regina Maria Antonietta.

Il protagonista si trova così a dover fronteggiare, la ricca famiglia francese, la polizia corrotta e a dover tenere in salvo la sua famiglia.
Ma ricordate, la dote migliore di Lupin è quella di essere sempre tre passi avanti a tutti.

Unico difetto, se proprio lo si deve trovare, si sente un po’ la mancanza del personaggio della bella Margot, mentre Jigen viene sostituito da Antoine Gouy un impacciato contraffattore leale a Lupin.

La serie è composta da pochi episodi che si bevono come l’acqua dato il ritmo sostenuto, e la bellezza delle riprese che svelano le astuzie del ladro per ingannare le controparti.

Arrivati al finale…. Don’t worry… la serie continuerà e noi speriamo il prima possibile.

Articolo a cura di Eleonora Vignudelli