Il Belgio non sta certo attraversando uno dei suoi momenti socio-politici migliori. Basti ricordare i recenti attacchi terroristici, i mesi passati senza un governo e le rivendicazioni etniche che da sempre fanno parte della storia di questo piccolo paese che funge però da centro nevralgico di quell’ Unione Europea che non riesce proprio ad essere una cosa sola.
La sensazione di instabilità e caos che regna nel piccolo Belgio la ritroviamo, anche se in maniera più ironica, nell’ultima pellicola di Peter Brosens (“La quinta stagione“) e Jessica Woodworth. Presentato in anteprima nell’attuale edizione della 73a Mostra di Venezia, nella sezione “Orizzonti“, “King of the Belgians” è un road movie fatto di ironia, speranza, fallimenti, episodi originali e surreali in cui il primo protagonista è il Re del Belgio, Nicola III che durante una visita diplomatica in Turchia viene avvisato dal suo entourage che nel suo paese la Vallonia ha dichiarato l’indipendenza, costringendo il monarca ad un rientro anticipato per risolvere la situazione.
Dalla Turchia però non ci si può muovere: una tempesta cosmica non permette la partenza di nessun aereo, ed allora il Re, il suo “strambo” team ed un regista, tale Duncan Loyd (chiamato per filmare da vicino il monarca)devono inventarsi uno strampalato viaggio di ritorno che vedrà il gruppo passare attraverso molti dei paesi Balcani tra varie peripezie ed il pensiero fisso del proprio paese da salvare e ricompattare.
Il Re Nicola è molto spaesato, quasi fuori posto nel suo ruolo, così come il Belgio attuale, che ha difficoltà a trovare una sua propria identità. E così tra notti in galera, cene dall’alto tasso alcolico in Serbia e ballerine bulgare, Loyd confeziona una pellicola surreale ( ma non troppo ) che con molta ironia prova a sdrammatizzare al situazione di un Belgio che ultimamente non è certo delle più rosee. Tranquilli comunque, il Belgio ce la farà sicuramente a risollevarsi, perchè c’è Nicola, c’è il Re.