DANIEL SALINAS (MONTATORE)
1 – Come sei entrato a far parte del cortometraggio?
Devo ringraziare a Sinhué Muñoz, direttore della “School Training” di Malaga con cui già avevo lavorato in passato. É stato lui a mettermi in contatto con Davide Melini! In seguito mi riunii con il regista che mi spiegò in dettaglio tutto il progetto e devo dire che mi conquistò subito.
Già da allora ebbi la sensazione che si trattasse di qualcosa di speciale e volevo assolutamente farne parte. Ero desideroso di vivere questa meravigliosa avventura.
2 – Parlaci del tuo lavoro.
Il lavoro di un montatore é quello di realizzare un puzzle, dove ogni parte si incastri alla perfezione. Nel caso specifico di LION, il mio lavoro era quella di dare una connessione, un’unità alle scene pensate da Davide e realizzate in maniera splendida dalla troupe. Dovevo unire tutti i fili e dar loro un look sinistro e terrorifico. Sono praticamente uno dei bracci del regista: lui pensa le inquadrature, gli altri le realizzano e io le monto.
3 – La cosa che maggiormente ti é piaciuta del tuo lavoro?
Quello che veramente mi affascina di questo lavoro è che sono uno dei pochi tecnici che vive praticamente tutto il processo di post-produzione. Voglio dire che io ricevo tutto il girato (una quantità incredibile di inquadrature girate in giorni distinti e senza nessun effetto visuale, né di audio, ecc.) e giorno dopo giorno posso vedere come questa massa si assottiglia e prende forma, fino a convertirsi in una scultura totalmente formata e perfetta. Mi sento veramente privilegiato nel poter assistere a tutta questa trasformazione!
4 – La cosa più difficile che hai dovuto svolgere?
Credo che la cosa più difficile sia stata la comunicazione tra i diversi membri della troupe. Una volta girato il film, si mette in modo la post-produzione, una macchina composta da piú tecnici che lavorano in diversi settori (montaggio, effetti visivi, suono, musica, correzione del colore, ecc.). É difficile, a volte, che molte persone di paesi differenti e con lingue differenti, possano capirsi al 100%. Ma noi, alla fine ci siamo riusciti!
5 – Il cortometraggio è diretto da uno dei migliori registi horror italiani e prodotto da un gruppo di persone che lavorano a pieno ritmo in film kolossali, come “Thor”, “Harry Potter”, “Titanic”, “Gangs in New York”, ecc.
Come è stato lavorare in un film di queste dimensioni?
Certo che è qualcosa di allucinante! Quando arriva per la prima volta nelle tue mani un progetto così ambizioso e con professionisti di questo calibro rimani impressionato. É un onore che abbiano creduto in me per qualcosa di così importante e l’unica cosa che spero è che sia stato all’altezza.
6 – Quali sono le tue aspettative riguardo al cortometraggio?
La mia principale aspettativa è quella di far passare dei brutti momento al pubblico… L’horror, d’altronde, consiste in questo no? Alla fine é il pubblico il capo supremo, quello che realmente decide il successo di un film. Mi auguro veramente che LION trionfi nei festival, perché quando lavori in maniera così dettagliata e minuziosa ad una progetto, sempre speri che possa piacere alla critica e al pubblico.
7 – Contento di averne fatto parte?
Come ho già avuto modo di dire, è stato un onore prendere parte ad un progetto così grande e maestoso. E quando parlo di grandezza, non mi riferisco solo alla quantità di mezzi a disposizione, alla sceneggiatura innovativa (e ad altri mille motivi che se comincio ad elencarli tutti stiamo qui due giorni ahahah), ma anche per tutto il lavoro svolto dalla troupe: un lavoro enorme, realizzato in maniera impeccabile da professionisti seri dove ognuno era amico dell’altro.