Il dottore Robert Laing si trasferisce in un condominio di ultima generazione a Londra. Nella costruzione si possono trovare tutti i servizi e i benefici, ma i poveri non hanno le stesse fortune dei ricchi. Un semplice blackout metterà in crisi la quotidianità tra gli abitanti e darà inizio a una guerra animalesca che andrà sempre a peggiorare.
Presentato all’ultimo Torino Film Festival e ingiustamente ancora inedito in Italia, questo “High-Rise” è la difficile trasposizione del romanzo “Il condominio” di J.G. Ballard del 1975. Sono passati 40 anni dalla prima edizione ed è curioso quanto sia contemporanea la storia, tra ironia e grottesco.
Dopo un inizio a dir poco idilliaco, dove ogni persona si impegna a sembrare di classe a differenza di Wilder (Luke Evans), basta un blackout per ribaltare la situazione e far tirare fuori l’istinto primordiale nel cibo, sesso e caccia. A conti fatti, il personaggio interpretato dall’attore gallese sembra il più normale.
Ben Wheatley dirige un film sopra le righe, ma anche raffinato e di grande classe. Dai colori pastello passiamo piano piano ai scuri e ai toni di terra, fino al finale che non voglio svelare. Ogni fotogramma è un incanto! Un film veramente di spessore e anticonvenzionale che, come hanno detto molti, richiama Kubrick. Da non sottovalutare i dettagli, come l’utilizzo della canzone SOS degli ABBA presentata inizialmente in una versione meravigliosamente orchestrale nella scena della festa in costume e ripresa, quando la storia si fa sempre più decadente, dal gruppo inglese Portishead.
Quello che fa di “High-Rise” uno dei film più belli dell’anno è anche la presenza di un cast eccellente: da un sempre impeccabile Tom Hiddleston dallo sconfinato carisma a un meraviglioso Luke Evans al suo meglio. Il suo Wilder è il personaggio più bello e complesso del film così sfaccettato e sopra le righe (ma è richiesto dal ruolo). I due eccellenti interpreti non scompaiono vicino a un fuoriclasse come Jeremy Irons. Splendide, ma soprattutto brave, le interpreti femminili come Sienna Miller, Elisabeth Moss e Sienna Guillory. Personaggio curioso quello interpretato da quest’ultima: un’attrice diva dedita al suo lavoro la quale risente molto della guerriglia condominiale, ma che rimane sempre e comunque preoccupata sugli autografi da fare.
L’unico difetto di “High-Rise” è quello di avere dieci minuti di troppo. Il resto è uno splendido film che purtroppo dividerà il pubblico, come ogni opera d’arte. Sperando possa avere lo spazio che merita nella distribuzione italiana.